Al momento della fondazione, nel lontano 1926 con la designazione a presidente di Emilio Schnell, i compiti della Società di pescicoltura Biasca e dintorni erano soprattutto di raccogliere adesioni, realizzare un incubatoio e darsi uno statuto. L'incubatoio venne insediato in zona «Al Ponte» e gestito per molti anni dai coniugi Decarli. Facevano parte del comprensorio, in quel periodo, anche le zone di Malvaglia (con l'omonima valle) e Semione. Negli anni Trenta e Quaranta, in un contesto di povertà, conobbe un certo… splendore il bracconaggio lungo i fiumi. Ad aggravare ulteriormente la situazione si aggiunsero più tardi l'impoverimento (notevole) del deflusso dei fiumi Ticino e Brenno, come pure il prosciugamento di vari torrenti laterali e l'inquinamento delle acque da parte di industrie insediate a Bodio. Nel 1968, Sergio Florioli di Biasca assunse la presidenza del sodalizio; con il segretario Giancarlo Brentini ebbe avvio un periodo, che ha segnato profondamente la vita di questa società di pesca in Riviera: infatti, in quegli anni &mdashe sino al 1985, quando la presidenza fu assunta da Giancarlo Brentini—l'associazione si dotò di uno stabilimento moderno, con l'intento di incrementare notevolmente la produzione di preestivali ed estivali. Ma questi sforzi furono in parte vanificati da un lungo periodo di inquinamenti industriali nella zona di Bodio, come pure dal disastroso spurgo del Luzzone nel 1985 con un bilancio ecologico alquanto nefasto per tutta la regione. D'altra parte, sotto la gestione di Sergio Florioli si ebbe il definitivo distacco di Blenio (e dell'incubatoio di Dongio) dalla Società di pescicoltura Biasca e dintorni. Lo stabilimento di Loderio assunse un'importanza notevole, pur tra inevitabili alti e bassi ma con una produzione ottima e costante a favore dei ripopolamenti. Con Giancarlo Brentini, a partire dal 1985, il club ha dato avvio ad una fase di assestamento con comprensorio da Giornico a Claro (incluse le valli laterali), procedendo pure ad una semina più mirata. Dal 1998 al 2004 le funzioni di presidente sono state svolte da Elso Paglia, quindi al timone è arrivata Franca Malaguerra, prima donna (a livello cantonale) ad assumere la presidenza di una società di pesca. Quest'ultima dirigente è tuttora impegnata fortemente nella tutela di un fiume, peraltro in cattive… acque a causa soprattutto delle frequenti ed intense variazioni del deflusso minimo (in conseguenza della presenza di impianti idroelettrici), con pesanti ripercussioni sulla vita del fiume Ticino e del suo patrimonio ittico. Si confida pertanto in un tempestivo intervento globale per risanare il fiume, così da ristabilire una situazione soddisfacente per la fauna e la flora del Ticino.
Ovviamente, la Biaschese—con 185 affiliati a fine 2021—si occupa non soltanto di allevamento di trote (nell'incubatoio di Loderio) ma anche di semine, ripopolando (grazie anche all'impiego dell'elicottero) con trote fario il fiume Ticino e le valli laterali. In occasione dell'assemblea svoltasi nella tarda primavera del 2022 dopo due anni di… pausa a causa della pandemia, è stato evidenziato dalla presidente Franca Malaguerra che, nonostante l'impossibilità di lavorare in gruppo, l'incubatoio di Loderio è rimasto aperto e la produzione è proseguita grazie soprattutto all'abnegazione dell'allevatore Mirco Agustoni, coadiuvato dal vice presidente Gaudenzio Bonazzetti: «senza di loro probabilmente si sarebbe dovuto chiudere l'impianto». E, invece, sia nel 2020 che nel 2021 si è riusciti—partendo da circa 100.000 uova provenienti da Rodi—a produrre un buon numero di trotelle immesse, a fine estate, nei corsi d'acqua sui monti e al piano.
Rimane invece elevata la preoccupazione per la situazione dei corsi d'acqua. L'impossibilità di arrivare a breve ad una concessione di maggiori deflussi ha letteralmente tagliato le… gambe. Infatti, si sperava davvero che fosse la volta buona, anche perché praticamente tutto il comprensorio di questo sodalizio (ad esclusione di alcuni riali laterali) è toccato dalle concessioni idroelettriche fatte anni or sono a Ofible e AET. Ma, come noto, Ofima e Ofible hanno vinto il loro ricorso, per cui a breve non si avrà alcun rilascio di acqua in più e tutto è rimandato una volta ancora. «Con la speranza, comunque, che l'AET mantenga quanto promesso, rilasciando più acqua nella zona della centrale di Pollegio/Personico, zona in cui chiunque, sempre più spesso, si può godere lo spettacolo surreale del fiume Ticino praticamente asciutto». Altra fonte di grossa preoccupazione è il previsto spurgo della diga di Malvaglia, sul fondo della quale ci sono circa 450.000 metri cubi di materiale da smaltire. Asportare questo materiale, sedimentato sul fondo della diga, facendolo scorrere lungo i corsi d'acqua sottostanti potrebbe rivelarsi catastrofico per ogni forma di vita ivi presente.
Si guarda invece con interesse al mega-progetto di rinaturazione del fiume Ticino a Bellinzona. Alla gioia si mischia anche una certa invidia, sottolineano i pescatori biaschesi, rilevando che anch'essi hanno il MasterPlan Riviera con tante schede illustranti lavori che si potrebbero eseguire e che sarebbero anche lautamente sussidiati. L'auspicio è che si cominci a progettare rinaturazioni essenziali dei nostri corsi d'acqua, ed invece si è in pieno stallo. Il Consorzio si sta occupando dell'impegnativo e complicato progetto della briglia a Cresciano e dell'argine completamente dissestato sul fiume Ticino a Iragna, ma molti altri lavori incombono e purtroppo con grande rammarico si è dovuto prendere atto che «viste le analisi di fattibilità svolte nell'ambito del MasterPlan Riviera, la committenza deve essere rappresentata da un ente pubblico, e cioè da Comune e locale Consorzio», per cui i pescatori sono letteralmente tagliati fuori.
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