È la più importante società di pesca nel Cantone per numero di soci (circa 1'000 a fine 2021) e fra le più vaste per chilometri quadrati di corpi d'acqua. Ed è la più vecchia: difatti, la sua creazione (anche se con nome diverso) risale al 1895, anzi secondo taluni documenti la costituzione risalirebbe al 1893. Ad ogni buon conto, il sodalizio è stato fondato—sulla base della Società di piscicoltura del Ceresio—nel 1896, iniziando da subito il ripopolamento del lago; nel 1905 fu istituita, con sede a Lugano, la Società di acquicoltura del Ceresio e suoi affluenti, allo scopo di promuovere, proteggere e favorire il ripopolamento delle acque del lago, dei suoi affluenti e dell'emissario «al fine di migliorare le condizioni dei pescatori non solo, ma di tutti gli abitanti dei paesi riverani». Da quell'anno in poi fu un fermento di iniziative, promuovendo ad esempio nel 1913 (grazie al presidente Arnoldo Bettelini) il progetto di statuto per la Federazione ticinese di acquicoltura e pesca (FTAP). La Ceresiana fa capo ad un territorio diviso tra il lago Ceresio e i vari immissari nonché il fiume Tresa. La gestione di questo territorio comprende, segnatamente, le semine e i ripopolamenti. In seno a quest'associazione operano ben sette Sezioni, ripartite fra lago e corsi d'acqua: Sezione pescatori Val Mara e Sovaglia, Sezione pesca golfo di Lugano, Sezione pescatori Valli del Cassarate, Sezione pescatori del Vedeggio, Sezione pescatori Agno bacino-sud, Sezione pescatori malcantonesi, Club pescatori Lugano (quest'ultimo è stato il primo gruppo della società-madre e si occupa prevalentemente dell'attività agonistica).
Per molti anni, a cavallo tra gli anni Sessanta e Ottanta, il club è stato presieduto da Luciano Greco, poi da Ennio Pedrazzini, quindi da Urs Luechinger (dal 1994) e, dal 2014, è in carica Maurizio Costa di Cimo, che contemporaneamente è pure presidente dei pescatori del golfo di Agno. Ha in gestione l'incubatoio di Maglio di Colla come pure le gabbie flottanti nel golfo di Lugano, occupandosi segnatamente di lacustre, fario, marmorata e salmerino. In effetti, è senza sosta la dedizione profusa per migliorare la struttura valcollese, cercando di ovviare ai problemi posti dall'approvvigionamento di acqua. Ancora nel 2021, a Maglio di Colla la produzione è stata attorno a 1,5 milioni di uova, il che ha permesso di effettuare una vasta azione di ripopolamento sia nel lago che nei vari corsi d'acqua del comprensorio come pure nel Mendrisiotto.
A proposito sempre di incubatoi, il 2022 è da considerare un anno di grandi cambiamenti a livello cantonale per quanto riguarda l'allevamento ittico, per cui si va incontro ad una diminuzione della produzione: il Cantone, infatti, intende cambiare strategie lasciando più spazio alla natura e sono in arrivo le carte ittiche che dovrebbero incidere anche sul numero di catture, senza trascurare la volontà di mutare il ceppo delle trote e ricercare nuovi sistemi nel procurarsi le uova selvagge in natura… Per l'incubatoio a Maglio di Colla è ormai una realtà l'arrivo delle uova di trota mediterranea e della trota marmorata (l'ultima peraltro già si alleva in questo impianto) ma occorre disporre di un ceppo più idoneo in ossequio alle disposizioni federali. Il tutto, però, rileva il presidente Maurizio Costa, è motivo di vive preoccupazioni, poiché si intravede che potrebbero esserci meno entrate per coprire i costi dello stabilimento ittico, per cui vi è una certa tensione tra le società che hanno un incubatoio e UCP. Fra le note positive vi è il «progetto alborella» a Brusino Arsizio con vasche per produzione in cattività e poi immesse nelle gabbie flottanti di Lugano, per essere liberate infine ad Agno lungo il tracciato scelto per la posa di fascine: ramaglie che, peraltro, continuano ad essere immesse nel Ceresio fungendo da riparo per il novellame, mentre gli alberelli di Natale—come da tradizione—vengono impiegati per il fregolo del pesce persico a Lugano-Agno, come pure a Riva San Vitale da parte della Mendrisiense.
Ma il tema dominante, in questi ultimissimi anni e di cui si è parlato soprattutto all'inizio del 2022, sono i fenomeni legati ai mutamenti climatici: basti considerare che nei primi 4 mesi dell'annata, si è registrata la totale assenza di precipitazioni, il che si è manifestato sia nei laghi, il cui livello è calato bruscamente, sia nei fiumi ridotti qua e là a ruscelli. Tutto ciò, ovviamente, dovrebbe imporre nuove strategie per la gestione della pesca: il pesce infatti per sopravvivere si concentra nei pochi luoghi dove c'è un po' più di acqua, ma in tal modo esso diventa inevitabilmente preda degli uccelli ittiofagi, e d'altra parte questa situazione dovrebbe imporre nuovi comportamenti etici da parte dei pescatori nell'intento di mantenere un livello accettabile di fauna ittica nei nostri corsi d'acqua. Oltretutto, il livello basso del Ceresio ha impedito a molte barche di uscire e anche il natante addetto alla pulizia del lago alla foce del Vedeggio è rimasto praticamente all'asciutto per ben quasi 5 mesi… Per il presidente Maurizio Costa occorre peraltro rivedere la convenzione sui livelli del lago stipulata nel 1964, ritenendo che con gli attuali cambiamenti climatici degli ultimi anni non è forse più applicabile, e lo stesso discorso vale pure per il livello del Verbano, e ciò tanto piugrave; che l'Italia chiede di mantenere alto tale livello per le risaie e chiaramente a scapito del Ceresio. In questo contesto, «èè un vero peccato che non si sia approfittato di tale siccità per dragare le foci dei fiumi, soprattutto laddove (vedi il Vedeggio) si sono formate enormi isole di fango e sabbia».
Per la Ceresiana rimane, purtroppo, una «spina nel fianco», ovvero gli inquinamenti. Purtroppo, negli ultimi anni ce ne sono stati diversi e, anzi, uno è stato letale per migliaia di estivali di lacustre nella zona del riale Scairolo. «Malgrado l'ampia informazione da parte del Cantone, basta un nulla per rovinare tutto… Noi ci siamo e continueremo a seminare ed a monitorare la zona». In fatto di depurazione, si è sempre in… attesa, considerando che «tempo fa ci avevano detto che erano partiti con i lavori di ristrutturazione… Spero che presto si possano distruggere i microinquinanti, che risultano devastanti per il golfo di Agno».
Il pescato nel lago Ceresio riserva parecchie soddisfazioni, con i persici sempre in prima linea e i sander, un po' meno la trota lacustre: si pesca bene nei primi giorni dell'apertura stagionale, poi il vuoto poiché probabilmente queste specie si rifugiano in acque più profonde. Coregoni e salmerini stanno prendendo pian piano piede in tutto il lago. Il siluro c'è e, anzi, si può ritenere che continuerà a prendere sempre più spazio, anche se fortunatamente non si è ancora nella situazione presente nel Verbano: questo predatore va ucciso come prescrive la legge cantonale, quindi il «catch and release» è da escludere. Da considerare, infine, che il laghetto di Origlio è stato dato in affitto ancora alla Ceresiana per un lustro, per cui si è provveduto ad immettere nel periodo invernale delle trote, per cui diversi ragazzi hanno avuto modo divertirsi. Occorre avere una patente per pescare in questo laghetto, da richiedere nei negozi di pesca o presso il Comune di Origlio.
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